Frascati. Tuscolo 2011, ovvero: ‘s’ariannamo a mette lì…’

Frascati. Tuscolo 2011, ovvero:s’ariannamo a mette lì…’


Apprendiamo con sconcerto dalla stampa locale che la XI Comunità Montana del Lazio ritiene definitivamente sepolto il progetto di chiusura delle strade di accesso all’area archeologica del Tuscolo.

Il dibattito sulla tutela e la valorizzazione del Tuscolo viene da lontano e tante sono state le iniziative che si sono succedute nel corso degli ultimi trentacinque anni per trovare soluzioni concrete al problema, una di queste, forse la più importante, è stata quella proposta dal Comitato Tutela Tuscolo di Frascati alla fine degli anni ’70 con il progetto di chiusura del tratto finale di due dei tre tronchi stradali realizzati per salire al Tuscolo… un colle di appena 670 metri di quota!

Il progetto non faceva altro che cancellare un’assurdità, dettata forse dalla mentalità dell’epoca per la quale, le mete turistiche si dovevano raggiungere comodamente con l’Automobile.

Eravamo alla fine degli anni cinquanta e l’auto era il simbolo del boom economico a cui tutto era subordinato perfino, come nel nostro caso, il mantenimento del bene culturale, oggetto di interesse e così, con i lavori per la costruzione della  strada, vennero distrutte o, speriamo, sepolte sotto l’asfalto non poche emergenze archeologiche dell’antica città e della sua periferia.

Gli ambientalisti per tutti gli anni ’80 denunciarono, agli enti preposti alla tutela e ai cittadini, il  saccheggio dei reperti e del patrimonio arboreo del Tuscolo che continuava senza sosta; saccheggio dovuto, appunto, alla facilità con la quale si potevano raggiungere i monumenti storici celermente e con mezzi adeguati al trasporto pesante. Vennero trafugate colonne, trabeazioni, interi tratti di basolato e persino i rivestimenti in Opus reticolatum delle sostruzioni della cosiddetta villa di Tiberio e dell’anfiteatro.

Solo nei primi anni ’90 la proposta del Comitato Tutela Tuscolo venne accolta e prese forma, grazie anche ad alcuni amministratori dell’area tuscolana. Fu così che la Provincia di Roma e i quattro comuni interessati: Grottaferrata, Frascati, Monteporzio e Montecompatri deliberarono un progetto di tutela dell’area archeologica che prevedeva, finalmente, la chiusura delle strade.

L’Amministrazione provinciale pose alla XI Comunità Montana, quale condicio sine qua non, la preventiva realizzazione di due parcheggi nei pressi dei punti di chiusura, uno attestato sul versante di Grottaferrata e l’altro sul versante di Monteporzio. Si sarebbe poi potuto procedere alla eliminazione del manto asfaltato e a consentire l’accesso ai soli mezzi di servizio e di pubblica sicurezza.


Passarono degli anni, la XI Comunità Montana riuscì ad acquistare le due aree da adibire a parcheggio, dopodiché ci sono voluti almeno altri quindici, perché, dopo varie altre denunce e proposte, anche parlamentari, si rincominciasse concretamente a parlare di un Parco archeologico al Tuscolo.

Negli ultimi anni però sul Tuscolo sono sorti nuovi edifici, attestatisi sempre più in quota, che porteranno nuove attività, non meglio definite.

Sarà stato il sorgere di questi nuovi interessi il motivo per cui non si è mai voluto chiudere le strade? Non vogliamo pensare che, ancora una volta, gli interessi di qualche privato vengano anteposti a quelli della collettività e, nello specifico, alla tutela di un bene culturale di valenza transnazionale!

Noi crediamo che solo poggiando su un serio piano di tutela il progetto del Parco archeologico del Tuscolo potrà ottenere credibilità agli occhi della comunità internazionale e a quelli degli operatori turistici di tutto il mondo.

E’ per questo che ribadiamo la nostra contrarietà all’abbandono dell’idea che il “Tuscolo” non possa divenire, alla stregua di altre aree archeologiche del Lazio: Villa Adriana o Ostia antica ad esempio, un vero Parco archeologico visitabile a tutti, ma protetto dal saccheggio e dal danneggiamento dei suoi monumenti e del suo patrimonio ambientale.

La XI Comunità Montana del Lazio ha acquistato da privati aree da adibire a parcheggio, spendendo denaro pubblico e altro ne spenderà per attrezzarle in funzione della valorizzazione dell’area archeologica, quindi

ci chiediamo:

  • A che serve o a chi serve creare parcheggi a valle se non si chiudono le strade?
  • Chi potrà impedire di giorno e di notte, ai trafugatori e ai vandali di raggiungere i monumenti di Tuscolo con qualsiasi mezzo e caricare reperti anche di grande dimensioni, così come già è avvenuto?
  • Quale altra area archeologica, d’importanza paragonabile al quella del Tuscolo, è attraversata da traffico veicolare e quindi lasciata alla mercé di vandali e saccheggiatori di reperti?

…e proponiamo:

  • Lo smantellamento dei due tronchi stradali, la cui costruzione ha rotto la continuità urbanistica dell’antica Città di Tuscolo. Ciò potrà consentire, così come sta avvenendo per l’area del parcheggio ora oggetto di indagine, una lettura più ampia e omogenea del sito archeologico nonché il ripristino della continuità ambientale necessaria al naturale recupero, di habitat di molte specie animali e vegetali.
  • Il recupero dei tratti di piano stradale e degli sbancamenti con opere di ingegneria naturalistica, diminuendo così, decisamente, il pesante impatto ambientale e paesaggistico dovuto agli sbancamenti effettuati, ora visibili anche da grande distanza.

A nostro parere, quella della XI Comunità Montana, sembra più una “soluzione all’italiana”. Si tenta, al solito, di mediare anche quando non si dovrebbe: saranno spesi altri soldi pubblici senza garantire, ancora una volta, il mantenimento del bene primario, l’area archeologica stessa, che rappresenta per tutti noi l’unica e irripetibile fonte di memoria storica e l’unica preziosa fonte della  nostra economia futura.

Forse questa è l’ultima occasione per affrancare i nostri luoghi, le nostre bellezze e la loro fruizione dall’immagine stereotipata della del Parco archeologico…ma anche della salciccia alla brace, ma anche dello “stereo a palla”, ma anche del parcheggio selvaggio lungo le strade e sui prati.

Vogliamo lavorare insieme per realizzare un vero e proprio, moderno, museo all’aperto, dove le funzioni e i servizi vengano posti dove dovrebbero stare e niente sia lasciato al caso, all’improvvisazione, come è successo per il“gabbiotto dell’accoglienza” posto a deturpare il pianoro del “foro” e che ora verrà spostato al nuovo ingresso più in basso; o come quando, nel recente passato, gli ambientalisti bloccarono il restauro della cavea del teatro concepito con modalità e materiali inadeguati.

Per tutto ciò vogliamo rivolgere un ultimo appello:

APPELLO degli Ecologisti democratici di Frascati agli Uomini di buona volontà

CHIUDIAMO LE STRADE DI ACCESSO AL TUSCOLO all’altezza dei parcheggi di prossima realizzazione sul versante di Grottaferrata  e su quello di MontePorzio

SE NON IMPEDIAMO LA POSSIBILITA’ DI RAGGIUNGERE I MONUMENTI DELLA CITTA’ DI TUSCOLO CON I VEICOLI A MOTORE, I SOLDI CHE VERRANNO SPESI SARANNO BUTTATI AL VENTO, COSI’ COME E’ già avvenuto PER GLI INTERVENTI, di varia natura, realizzati nel passato.

Solo se riusciremo a mantenere le nostre risorse culturali ed ambientali e a proporre un offerta turistica di qualità, il Tuscolo potrà divenire una metà in grado di attrarre i turisti di tutto il mondo.

La possibilità che una nostra economia, sostenibile, abbia un futuro passa per le azioni che si stanno ponendo in essere oggi, non abbiamo altre possibilità, con la speranza che non sia già troppo tardi.

PER QUESTO FACCIAMO UN ULTIMO APPELLO

  • alla XI Comunità Montana,
  • ai comuni dell’area tuscolana
  • alla Provincia di Roma,
  • alla Regione Lazio,
  • agli enti preposti alla tutela del territorio e dei beni culturali e ambientali,
  • ai cittadini dei Castelli romani,

affinché, per i motivi sopra evidenziati, il progetto di chiusura delle strade venga ripreso e portato a termine.

Il coordinatore del Circolo degli Ecologisti democratici “Colli tuscolani” di Frascati

Giancarlo Giombetti

Per chiarimenti e approfondimenti: g.giombetti@virgilio.it – 333 3590481

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