Roma, la Fillea Cgil sulla proposta di Alemanno su Tor Bella Monaca: basta con gli annunci senza progettualità e prospettiva

Roberto Cellini

Noi le proposte concrete le abbiamo, per creare nuovi posti ed aiutare la riqualificazione del territorio. Alemanno concerti le sue decisioni con Associazioni, categorie  e cittadini.


Dichiarazione di Roberto Cellini, Segretario generale della Fillea Roma e Lazio

Di nuovo un annuncio ad effetto da parte del Sindaco di Roma che dice di voler demolire il quartiere di Tor bella Monaca, e che fa seguito a quello del suo ex compagno di partito e Assessore alla Casa della Regione Lazio, On. Buontempo, che propose il giorno dopo il suo insediamento la demolizione del serpentone a Corviale. Un comune sentire, una tradizione antica e radicata.

Un annuncio senza un minimo di progettualità o di prospettiva (o forse potrebbe esserlo per qualche immobiliarista o costruttore?), che se pure pensato per rilanciare il settore delle costruzioni romano, oggi profondamente in crisi, o utile per la ripresa occupazionale, va esattamente nella direzione opposta, se non altro, ammesso e concesso che fosse realizzabile, per il solo fatto dei tempi di attuazione.

Ci vorrebbe, da parte del Primo Cittadino della Capitale, più moderazione e senso di responsabilità e dalla sua giunta comportamenti più trasparenti nell’assegnazione degli appalti nella conduzione dei cantieri e più realistici sullo sviluppo ordinato della città.

E si dovrebbe iniziare proprio dall’esistente nel Piano degli Investimenti o nell’elenco delle opere pubbliche finanziate negli anni precedenti e non realizzate, come la riqualificazione delle piazze, la viabilità, l’art. 11 L. 493/93, il rifacimento di scuole, asili nido, ecc.

Io penso che dovrebbero ripartire da una seria politica urbanistica e utilizzare gli strumenti che ci sono, a cominciare dal PRG, senza condizionamenti e pressioni corporative o lobbistiche che spingono per soluzioni derogatorie.

Noi abbiamo un grande patrimonio edilizio e la tipologia edilizia più diffusa è il condominio, lo dimostra il dato che l’Italia è il paese del mondo con il maggior numero di ascensori funzionanti in valore assoluto, più degli Stati Uniti e della Cina, un dato che stride con il “Piano casa” del Governo Berlusconi.

Quel patrimonio degli anni ’60, che è precedente a Tor Bella Monaca, ha raggiunto, non solo per motivi estetici o funzionali, un grado di fatiscenza pericolosa che avrebbe bisogno, questo sì, di essere sostituito con il sicuro consenso da parte dei cittadini residenti.

Perché sfatati alcuni miti, resta il fatto che in Italia la trasformazione o demolizione e ricostruzione, cioè il riuso della città esistente, non prevale ancora sulla espansione, cioè sulla costruzione di suoli non edificati.

Con una riforma della strumentazione urbanistica e con il concorso della Regione Lazio si potrebbero perseguire scelte strategiche, programmando poli di eccellenza che trasformerebbero la città dall’interno, collocando i due terzi dei nuovi interventi sulla trasformazione dell’edilizia esistente.

Per incentivare ciò le soluzioni potrebbero essere diverse.

Si potrebbe ipotizzare, ad esempio, che i finanziamenti statali per infrastrutture e attrezzature comunali, potrebbero essere erogati solo alle città che rispettano una certa quota di riqualificazione urbanistico-edilizia.

Oppure eliminare il vincolo del patto di stabilità dei Bilanci per quei Comuni che raggiungano negli indirizzi di piano un minimo di trasformazioni della città esistente e come valore sociale una quota delle trasformazioni andrebbe riservata all’ERS e destinata ai ceti economicamente meno abbienti da sempre emarginati nelle periferie.

Si potrebbe ipotizzare in sostituzione dell’ICI o dell’uso sbagliato di imputare nei bilanci comunali i costi di urbanizzazione a spese correnti, una tassa sull’incremento di valore delle aree edificabili, senza trascinamenti sul costo finale, anche perché tutte le attrezzature d’uso comune indispensabili al territorio sono generatori di rendita e dalla rendita è giusto prelevare le risorse necessarie per realizzare e far vivere quelle attrezzature pubbliche.

Per cui, da parte nostra nessun ostracismo a eventuali interventi anche radicali di riqualificazione urbana, che produrrebbero anche una buona occupazione, attirando nel settore i nostri giovani oggi fortunatamente sostituiti da lavoratori stranieri, come sanno bene gli imprenditori del settore, ma il suggerimento da parte di chi conosce il settore delle costruzioni e le periferie romane al Sindaco  di Roma è quello che decisioni di questo tipo vanno costruite con il consenso e il coinvolgimento di Associazioni rappresentative di settore e dei cittadini romani.

Roberto Cellini

Segretario Generale Fillea Roma e Lazio

Roma, 30 agosto 2010

Foto Cellini: https://www.puntoacapo-international.com/downloads

Per info, approfondimenti e interviste: Fillea 3486726326


Ufficio Stampa Fillea Cgil Roma e Lazio

Francesca Marrucci

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