Roma, strano ‘filo diretto’ tra Acer e Comune sulla sicurezza stradale. La Fillea, intanto, ancora attende risposte sugli appalti

Roberto Cellini

Roma, strano ‘filo diretto’ tra Acer e Comune sulla sicurezza stradale. La Fillea, intanto, ancora attende risposte a domande concrete sulle modalità di affidamento degli appalti.

Dichiarazione di Roberto Cellini, Segretario Fillea Roma e Lazio

Strano e stucchevole questo dialogo a distanza (sarà proprio a distanza?) sulle pagine romane del Corriere della Sera tra il presidente dell’Acer, Eugenio Batelli, e l’assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Roma, Fabrizio Ghera, sulla sicurezza stradale e gli interventi di rifacimento delle strade romane per un importo richiesto di 1.150 milioni in cinque anni.

Strano perché mentre tutti gli altri, Associazioni, Comitati di cittadini o di quartiere, pur avanzando le stesse richieste non hanno lo stesso livello di attenzione.

Strano perché, dopo la revoca dell’appalto Romeo, sono stati consegnati gli otto maxilotti per l’affidamento triennale della manutenzione stradale aggiudicati con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, con ribassi che vanno dal 7% al 25%, e che ha premiato i migliori punteggi tecnici.

Strano perché già in passato erano stati dati lavori per rifacimento stradale e manutenzione scolastica tutti a trattativa privata e per somma urgenza per un importo di 120 milioni di euro.

Strano perché come ricorda l’assessore con il piano straordinario da 50 milioni sono stati ripavimentati solo un milione di metri quadrati.

Strano perché erano stati appaltati 40 lotti di lavori di manutenzione stradale del un valore di un milione, con il criterio del massimo ribasso, che aveva prodotto un ribasso medio del 30% e a loro volta i vincitori avevano subappaltato.

Se oggi le condizioni delle strade, dopo le piogge, sono di nuovo pessime, dobbiamo sospettare che i materiali fossero scadenti e il sistema dei controlli inefficace?

Capiamo da soli che gli investimenti producono occupazione, e per questo non abbiamo bisogno né di consigli né di suggerimenti. Il problema da risolvere è che tipo e qualità di occupazione e quale rispetto per la sicurezza dei lavoratori nei cantieri e dei cittadini nella città.

Solleviamo solo alcune domande: la prima naturalmente sui finanziamenti.

Se il taglio delle imposte locali ha lasciato le casse dei Comuni a secco e il prezzo delle materie prime è aumentato, con il bitume che negli ultimi mesi è passato da 400 euro a 420, dove si prendono le risorse?

La seconda: se le modalità di esecuzione e di messa in opera potrebbero prevedere il lavoro notturno o a turni e l’accelerazione delle consegne, non sarebbe saggio coinvolgere i rappresentanti dei lavoratori prima dell’apertura dei cantieri?

La terza: nell’interesse generale, che tipo di procedura di gara fare per essere il più trasparenti possibile e non dar vita a polemiche e ricorsi, se è vero che il costo medio, a secondo dei conglomerati e della proprietà degli impianti è di media di 150/200 euro al metro cubo?

 

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Roma, 07 marzo 2011

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Francesca Marrucci

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