Archivi categoria: Medicina e Scienza

Marino: domani si parlerà della Legge Dopo di Noi a Punto a Capo Onlus con ELENA IMPROTA

Marino: domani si parlerà della Legge Dopo di Noi a Punto a Capo Onlus con

ELENA IMPROTA

SABATO 16 FEBBRAIO 2019 ORE 17.30

Punto a Capo Onlus per il Sociale ospita la Presidente dell’Associazione Oltre Lo Sguardo e figlia del Prefetto Umberto Improta, oggi in prima linea nelle attività a favore di persone con disabilità per parlare della Legge Dopo di Noi e presentare il suo libro ‘Ordinaria Diversità’ 

Tornano gli appuntamenti per il Sociale organizzati da Punto a Capo Onlus. Domani, sabato 16 febbraio 2019 alle 17.30 presso la sede di Punto a Capo Onlus, La Casa dei Sogni, Corso Trieste, 45 a Marino, si terrà un incontro ad ingresso gratuito con ELENA IMPROTA, figlia del noto Prefetto, ma soprattutto personalità da sempre in prima linea nella lotta alla disabilità.

Elena Improta è Presidente di un’Associazione, Oltre Lo Sguardo Onlus, da anni impegnata sul territorio di Roma per sviluppare modelli di intervento integrati a favore delle famiglie fragili presenti sul territorio. In particolar modo, l’associazione promuove modelli innovativi di assistenza per percorsi protetti di semiresidenzialità e residenzialità per il cosiddetto “durante noi” e “dopo di noi”. 

 Punto a Capo Onlus annuncerà, durante l’evento, il gemellaggio con l’Associazione Oltre Lo Sguardo Onlus. 

Elena ci spiegherà cosa prevede la Legge Dopo di Noi, DDL “Disposizioni in materia di assistenza in favore delle persone con disabilità grave prive del sostegno famigliare”, approvata il 16 giugno del 2016. Il testo contiene delle disposizioni per affrontare il futuro delle persone con disabilità gravi dopo la morte di parenti che possono prendersi cura di loro. 

genitori di persone con disabilità hanno da sempre guardato con preoccupazione al periodo che segue la loro dipartita e si sono chieste: cosa sarà del nostro congiunto disabile dopo di noi, ovvero quando non ci saremo più ad assisterlo? Chi se ne prenderà cura in modo adeguato?  Si tratta di una domanda angosciante, che da tempo le famiglie italiane hanno sottoposto alla politica, chiedendo a più parti di intervenire in modo da creare degli strumenti in grado di assicurare un futuro sereno a tutte quelle persone che, con disabilità, non potranno più,  ad un certo punto della loro vita, contare su un supporto famigliare. 

La Legge Dopo di Noi ha risposto a questa esigenza, ma in molti ancori non la conoscono.Questo incontro ha lo scopo di informare non solo le famiglie con disabili, ma tutti i cittadini, perché tutti noi conosciamo qualcuno che ha un disabile in casa e ha bisogno di aiuto, sostegno, consigli, conforto e rassicurazioni per il futuro oltre che per il presente. 

Elena Improta conosce bene questa situazione, perché mamma di Mario, un ragazzo di 30 anni colpito da una gravissima disabilità. Da questa esperienza, dura, ma sempre vissuta con positività e speranza, è scaturito il libro ‘Ordinaria Diversità’, una biografia che ripercorre la sua vita da figlia di un padre ingombrante, uomo di Stato, fino all’impegno politico e sociale.  Dal matrimonio alla nascita di Mario e all’abbandono del marito, seguito da una lenta ripresa. 

Elena Improta ha deciso di aprirsi agli altri, perché le quattro mura di casa non riescono più a contenere il desiderio di far sapere cosa ha vissuto, pensato, sperato accanto a un bimbo, ora 26enne, che ha compiuto passi da gigante nonostante i gravi problemi di disabilità. Una storia d’amore e di riflessione, alla ricerca del peccato originale – semmai ce ne fosse stato uno – con il desiderio di far capire a tante famiglie che gli ostacoli si possono superare. E che non è impossibile tornare a sorridere. 

All’evento, il cui ingresso è gratuito, sono invitate l’Amministrazione Comunale, le associazioni del Terzo Settore e i cittadini tutti, perché l’informazione è fondamentale, in specie nel sociale

La partecipazione all’evento è gratuita ed è aperta a tutti. 

Marino, 15 febbraio 2019 

Per info: Francesca Marrucci (Punto a Capo Onlus) 392 8349631 – www.puntoacapo.info

Servizio esterno Ufficio Stampa Punto a Capo

Francesca Marrucci

ufficiostampa@puntoacapo.info

www.puntoacapo-international.com

Tel. 392 8349631 

L’Avis Marino risponde alla Consigliera Regionale Corrado (M5S): informazioni errate agli utenti. Le Avis del territorio lavorano tutte a pieno regime

avis logoL’Avis Marino risponde alla Consigliera Regionale Corrado (M5S): informazioni errate agli utenti. Le Avis del territorio lavorano tutte a pieno regime.

La chiusura dei Centri Trasfusionali dei Presidi Ospedalieri di Marino, Albano laziale, Frascati e Velletri ha suscitato notevole scalpore e giustamente gli organi di informazione hanno puntato i riflettori sull’evolversi della vicenda, anche se non sempre le notizie che vengono date sono inerenti alla realtà dei fatti.

È questo il caso di un’intervista alla Consigliera Regionale Valentina Corrado del M5S che su Il Caffè n. 371 di agosto, a pagina 12, a proposito delle attività e del funzionamento dei centri trasfusionali dei Castelli Romani riporta delle affermazioni errate.

Afferma, infatti, che il Centro Trasfusionale di Marino è chiuso dall’inizio del 2016 e ciò è falso. Il centro è chiuso dal 26 giugno 2016 e per i primi sei mesi dell’anno ha operato regolarmente.

In secondo luogo, afferma che i donatori sono stati tutti dirottati verso l’Avis di Velletri e anche questo è falso. Le sedi Avis di Marino, Grottaferrata, Genzano e Rocca di Papa, sedi accreditate, con enormi sacrifici economici, stanno mantenendo l’attività di raccolta sangue calendarizzata per l’anno 2016.

La sola Avis di Marino ha raccolto nella prima metà dell’anno ben 300 sacche di sangue.

Un ringraziamento per aver mantenuto questi alti standard va ai donatori che, nonostante le difficoltà e la confusione del momento, si sono presentati comunque alle nostre sedi, che sono Punti Prelievo accreditati direttamente dal Centro Regionale Sangue.

Proprio per le lacune riscontrate nei Centri Trasfusionali ospedialieri è bene ora più che mai dare notizie ed informazioni esatte su dove e come donare, ricordando che questo servizio non è pagato con i fondi della sanità, ma espletato da volontari che stanno sopperendo alle mancanze sanitarie del territorio.

Il Presidente

Paolo Giansanti

Marino, 9 agosto 2016

Info: Paolo Giansanti 396 665664

Scienza: Vincenzo Lusa primo Fellow italiano per la giurisprudenza dell’American Academy of Forensic Sciences

Vincenzo Lusa
Vincenzo Lusa

Scienza: Vincenzo Lusa primo Fellow italiano per la giurisprudenza dell’American Academy of Forensic Sciences

Nell’ambito del 68° Congresso Mondiale dell’American Academy of Forensic Sciences, la più importante organizzazione internazionale per lo studio e la ricerca nello studio delle scienze forensi, che annovera migliaia di studiosi da tutto il mondo, tenutosi a Las Vegas (Nevada) dal 22 al 27 febbraio 2016, il professore avvocato Vincenzo Lusa è stato insignito del titolo di Fellow per l’importanza delle sue ricerche nel campo della giurisprudenza. Tale onorificenza rappresenta il massimo riconoscimento accademico e scientifico nel mondo anglosassone.

Docente titolare per gli insegnamenti di Diritto Penale ed Antropologia della Devianza presso l’Università UNISED di Milano e la Pontificia Università San Bonaventura di Roma, il riconoscimento attribuito al professore Lusa giunge a coronamento di una lunga carriera a servizio delle scienze antropologiche e forensi iniziata nei primi anni Novanta sotto la guida del professore Testa Bappenheim, illustre e poliedrico scienziato ad oggi scomparso.

Con oltre sessanta pubblicazioni nazionali ed internazionali ed otto monografie, il professore Lusa ha contribuito all’avanzamento scientifico nei campi del Diritto Penale, dell’Antropologia Criminale grazie all’identificazione di una variazione di sesso umano sino ad oggi ignota.

Tra le più recenti ricerche del professore Lusa, primo ed ad oggi unico Fellow italiano della sezione di Giurisprudenza, si segnala l’elaborazione di un protocollo di sicurezza per gli astronauti NASA basato sulle tecniche neuroscientifiche volte studio del comportamento deviante, che è stato discusso con successo presso il precitato Convegno nel corso delle presentazioni orali della Sezione di Psichiatria e Scienze del Comportamento.

 

Roma, 3 marzo 2016

 

Allegato: foto Prof. Lusa

 

Info: Prof. Vincenzo Lusa – viclusa@libero.it +39 335 7363081

Prof. Annarita Franza – annarita.franza@gmail.com + 39 347 85 97 541

Medicina, una nuova variante del sesso umano: il Caso Roso

Love-story-03-300x276Medicina, una nuova variante del sesso umano: il Caso Roso

Nel corso del 67° Congresso Internazionale dell’American Academy of Forensic Sciences, la più importante organizzazione per lo studio e la ricerca nell’ambito delle scienze forensi a livello mondiale, con oltre 8000 rappresentanti tra accademici e studiosi provenienti da tutto il mondo, tenutosi ad Orlando (FL) nello scorso mese di febbraio, i professori Annarita Franza e Vincenzo Lusa sono stati invitati a tenere un seminario a prenotazione obbligatoria che ha registrato il tutto esaurito, circa un inedito caso di scienza che identifica una variazione del sesso umano finora sconosciuta.

Questa straordinaria identificazione, avvenuta ad opera dei suindicati autori, è stata resa possibile dalla scoperta di un processo avvenuto per motivi di divorzio nella Firenze del XIX secolo.

La notizia è stata riportata da oltre 200 testate giornalistiche e televisive (ABC, NBC, CBS, FOX) in tutto il Nord America (Isole Hawaii comprese) ed in Asia.

Grazie alle ricerche condotte presso gli Archivi arcivescovili di Firenze e Fiesole, è stato possibile agli Autori riportare alla luce gli avvenimenti scientifici e le vite dei personaggi in questi coinvolti, fino ad oggi sepolti dall’inesorabile scorrere della Storia, ma che destarono la meraviglia e l’interesse della comunità scientifica del tempo fino ai primordi del Novecento.

Maria Rosa Fantini nasce ad Agna, un castello alle porte di Firenze, il 25 agosto 1764. Quarantenne, il 2 giugno 1804, sposa il contadino ventiquattrenne Dionisio Degli Innocenti della contrada fiesolana di Londa. Il 15 luglio 1805, dopo appena tredici mesi di matrimonio, Dionisio presenta un’istanza di separazione presso il vescovado di Fiesole, adducendo di aver contratto matrimonio con donna non virilpotente, ovvero incapace di generare prole ed adempiere a qualsivoglia dovere matrimoniale.

Il 10 gennaio 1806, dopo il deposito agli atti della perizia forense sul corpo di Maria Rosa condotta dal chirurgo fiorentino Luigi Giuntini (1764-1824), la validità del matrimonio è confermata.

A causa dello scandalo, Maria Rosa è costretta a lasciare la terra natia ed a trasferirsi in Firenze (1807), dove provvede al proprio sostentamento lavorando come filatrice e governante per la nobile famiglia francese Renard, nei pressi della Chiesa di Santo Spirito. Dopo ben undici anni di tale separazione, Dionisio presenta una nuova richiesta di divorzio presso la Curia fiorentina il 13 febbraio 1818.

Il caso è questa volta affidato a Vincenzo Chiarugi (1759-1820), il più importante anatomista del tempo e padre della psichiatria italiana, il quale provvede ad una rigorosa indagine anatomica coadiuvato da Vincenzo Michelacci, professore di Ostetricia e Ginecologia presso il fiorentino nosocomio di Santa Maria Nuova.

Sulla base delle rimarchevoli anomalie anatomiche riscontrate, Chiarugi conclude la propria relazione forense dubitando del sesso anatomico di Maria Rosa. A nulla vale l’appello da questa presentato in data 14 aprile 1818, il matrimonio sarà, infatti, sciolto il 13 maggio seguente.

Gli anni passano. Maria Rosa continua ad impiegare il cognome da coniugata, dichiarandosi vedova.

Arrestata per vagabondaggio la notte del 5 novembre 1837, viene condotta presso la Pia Casa di Lavoro Montedomini, dove soggiornerà fino alla notte del 9 febbraio 1839, giorno in cui, a causa di una perniciosa affezione catarrale, viene trasportata all’Arcispedale di Santa Maria Nuova.

Ricoverata presso la corsia femminile, qui viene riconosciuta dal chirurgo Giuseppe Chiarugi, figlio del sunnominato Vincenzo, come quell’individuo oggetto della famosa perizia forense del padre.

Trasferita in maniera coatta alla corsia maschile, Maria Rosa è affidata alle cure del medico Stanislao Petri, che la obbliga a cambiare nome dal femminile Rosa al maschile Roso. Sopraffatto dallo stato di dolore causato in Maria Rosa da quest’episodio, Petri decide di accludere alla cartella clinica della paziente una sua intervista, nella quale Maria Rosa si dichiara affranta ‘nel dover morire in mezzo alla confusione di sesso diverso’ ed aggiunge «il mio nome è Maria Rosa. Sono stata e sono una donna e mi meraviglio di come lor signori vogliano farmi morire qui, fra gli uomini».

Maria Rosa muore il 16 aprile 1839. Il suo cadavere, non reclamato, viene sepolto nell’ossario comune del cimitero di Trespiano (Fi). L’autopsia, condotta a poche ore dalla morte dallo stesso Petri, confermerà le anomalie anatomiche rilevate da Vincenzo Chiarugi nel 1818.

Durante il seminario, gli Autori hanno proposto una lettura morfologico-anatomica del caso Roso, fondata sulla comparazione anatomica tra Maria Rosa e le caratteristiche cliniche delle attuali Sindromi dello Sviluppo Sessuale. L’analisi ha quindi portato all’identificazione di una variazione di un sesso umano finora ignota che fa di Maria Rosa Fantini un caso unico al mondo.

Roma, 16 marzo 2015

Info: Prof. Vincenzo Lusa – viclusa@libero.it +39 335 7363081

Prof. Annarita Franza – annarita.franza@gmail.com + 39 347 85 97 541