Metro C: è tutto sbagliato. In un dossier filmato della Fillea Cgil tutte le illegalità che distinguono i cantieri dell’opera di mobilità più importante per la Capitale.

Metro C: è tutto sbagliato. In un dossier filmato della Fillea Cgil tutte le illegalità che distinguono i cantieri dell’opera di mobilità più importante per la Capitale.

Si va dall’applicazione contrattuale sbagliata alla sistematica violazione degli accordi sindacali. Da situazioni occupazionali ‘borderline’, a vertenze per orari di lavoro insostenibili, ingressi nei cantieri non controllati, lavoro nero, licenziamenti in massa, mancanze inaccettabili sulla sicurezza dei lavoratori e uso spregiudicato dei ‘distacchi’. Questo e molto altro è emerso dall’inchiesta portata avanti dalla Fillea Cgil di Roma e Lazio negli ultimi 3 mesi, da dicembre 2011 a febbraio 2012.

Il via lo ha dato, il 25 ottobre scorso, il rifiuto da parte della società METRO C scpa di far svolgere ai Sindacati un’assemblea sindacale che aveva per tema proprio le norme contrattuali e la sicurezza nei cantieri. Già allora la denuncia forte di irregolarità contrattuali, di orari di lavoro massacranti e della violazione degli accordi siglati da METRO C prima e durante la cantierizzazione lanciava un allarme. Purtroppo niente è cambiato in 5 mesi, anzi.

Abbiamo riscontrato e documentato le più diverse violazioni fatte alla luce del sole e senza che nessuno controlli o faccia niente” denuncia Roberto Cellini, Segretario Generale della Fillea Cgil di Roma e Lazio. “Innanzi tutto gli operai, con varie mansioni vengono contrattualizzati come metalmeccanici invece che come edili, inquadrati  ai livelli più bassi e quindi sottopagati, molti vengono licenziati dopo qualche mese di lavoro e conservati a lavorare in nero, senza diritti e previdenza.

Sulla questione sicurezza, Metro C non ha rispettato molti degli impegni sottoscritti con i sindacati, Acer, Ance e Agi nel protocollo dell’1/10/2008.

Su oltre 100 imprese che lavorano ai cantieri del progetto di mobilità più importante della Capitale METRO C, tramite la convenzione con il CTP di Roma, ha fatto formazione solo a 12 imprese. Non c’è un’azienda, esclusa METRO C Spca, che paghi le indennità di disagio previste dal contratto, ad esempio indennità di turno, indennità lavoro notturno o per il lavoro in sottosuolo. L’alta sorveglianza sulla sicurezza tanto vantata da Roma Metropolitane, in realtà non viene fatta o viene affidata a terzi che non la fanno. L’ultima volta che è stato controllato questo cantiere da parte di tecnici di Roma Metropolitane era dicembre 2010!

Anche l’uso dei ‘distacchi’ è ormai trasformato in abuso. Il distacco consiste in una pratica che fa sì che una ditta che momentaneamente non ha lavoro, ‘presta’ i suoi operai ad un’altra che invece ha più lavoro degli operai a sua disposizione. Questa pratica, nata per favorire i lavoratori e non licenziarli, è diventata, per alcune società che lavorano in Metro C, un escamotage per licenziare impunemente o per eludere le norme sul sub-affidamento. Infatti, i distacchi vengono effettuati presso ditte con scopo comune, in pratica più ditte facenti capo alla stessa società. Così facendo, finito il lavoro, l’operaio si rimanda alla ditta che non ha lavoro e che lo licenzia.

Quello che non si capisce è come questa pratica sia possibile” afferma Marco Carletti, della Segreteria Fillea Cgil Roma e Lazio, “dove sono i controlli? Chi controlla ogni quanto lo fa? Si devono avere delle certificazioni per avere questi appalti, come possono avere tutto in regola ditte che non hanno nemmeno gli operai per lavorare e devono distaccarli da un’altra ditta?

In Metro C si continua a sostenere che c’è un controllo serrato dell’orario di lavoro e dei turni. Ma noi abbiamo testimonianze di lavoratori che hanno fatto il turno di notte per settimane. Abbiamo dichiarazioni di lavoratori rumeni che vengono prelevati in aereo direttamente dalla Romania dalle ditte, portati a Fiumicino a lavorare con orari assurdi, dalle 17.00 alle 6.00 di mattina. Operai senza specializzazione e senza formazione, la stragrande maggioranza inquadrati con la qualifica di manovale e pagati con stipendi dimezzati. Lavorano in questi orari perché di solito in questi orari non controlla nessuno e tanti di questi non sono neanche in grado di fare il lavoro richiesto. Un altro sistema è: assumo operai e li licenzio, facendoli continuare a lavorare in nero, tanto nessuno controlla. Se nessuno controlla, nessuno denuncia.”

L’amara constatazione di Carletti si unisce ai dati dell’inchiesta che restituisce uno spaccato sul mondo dei grandi appalti tutt’altro che rosea.

Abbiamo trovato noi stessi lavoratori cinesi senza formazione né specializzazione, ma con il tesserino di Metro C in cantiere.

Oppure quest’autunno ci sono stati vari casi di ferimenti in cantiere, e emblematico” aggiunge Celliniè stato il caso di un operaio ferito ad un occhio, che dopo essere stato refertato al Pronto Soccorso e medicato, è stato riportato a lavorare in cantiere come se nulla fosse. Ma le irregolarità sono tantissime. Se si fa un giro nei cantieri non si trova quasi nessuno che indossa un giubbotto, un casco, un dispositivo di sicurezza.

Stiamo parlando del più grande cantiere d’Europa, che impiega le più grandi imprese italiane: questi fatti gravissimi mettono in luce un modello organizzativo che è figlio di arretratezza culturale e operativa.

Tutto questo succede a causa dell’impiego del ‘General Contractor’ che strozza le aziende per fare profitto e queste, a loro volta, adottano questi metodi per sopravvivere.

Alla fine le condizioni dei lavoratori peggiorano, i diritti spariscono, la sicurezza anche, le paghe si dimezzano e anche la qualità dei lavori scade vertiginosamente.

Noi non ci meravigliamo che METRO C non controlli. METRO C sa di essere la causa di questa situazione e che con i finanziamenti che dà alle aziende non si può stare in regola, quindi si guarda bene dal controllare uno stato che ha provocato.”

Il video con le testimonianze raccolte dalla Fillea Cgil sui fatti citati, così come i documenti firmati, gli atti ed i protocolli suddetti, sono a disposizione degli organi di informazione che volessero approfondire.

Roma, 24 febbraio 2012

Info per la Stampa: Fillea Cgil 348 6726326

FOTOhttps://www.puntoacapo-international.com/downloads?dl_cat=3

VIDEO:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *